Sono la mamma di un bimbo nato a Roma nel 2004 mi sono accorta piuttosto presto delle difficoltà di mio figlio essendo io stessa psicologa e psicoterapeuta, ma nessuno sembrava potermi aiutare perché pare che a questo mondo nessuno riesca a lavorare per aiutare un bambino laddove il linguaggio non venga fuori autonomamente. Mi sono rivolta al prof. B. G. il quale quando mio figlio aveva due anni e due mesi ci ha detto che era troppo presto per una diagnosi così tremenda come l’autismo perché il bambino aveva un buon aggancio oculare, non aveva stereotipie, sorrideva, ma non parlava. Dopo questo ci siamo rivolti all’istituto di Ortofonologia nella speranza che la logopedia potesse aiutarlo a far sbocciare il suo linguaggio. Mio figlio a 7 mesi aveva cominciato a dire “mamma” e poi raramente qualche parolina ma nel tempo ne usava sempre meno. Il dottor F. B. ci dice di no alla logopedia e ci propone una psicoterapia a due anni e 6 mesi. Il bambino non comprendeva il linguaggio mi sembrava assurda questa cosa della psicoterapia ma ci abbiamo provato. In contemporanea ci siamo rivolti alla clinica dalla dott.ssa F. C. che ci ha iniziati ad un metodo mandandoci a casa 2-3 volte a settimana la dott.ssa F. F. da lei supervisionata settimanalmente.
La nostra vita con la terapia cognitivo -comportamentale è stata completamente stravolta, la nostra casa strutturata in modo tale da renderla più accessibile alla comprensione e all’utilizzo dei giochi e degli oggetti per nostro figlio. Il nostro linguaggio deformato per tentare di favorire la comprensione di nostro figlio che nel frattempo si era trasformato, dai tre a sei anni, in un robot muto completamente (non diceva più mamma e non emetteva più alcun suono con la bocca), aggressivo (schiaffeggiava chiunque gli capitasse a tiro), agitatissimo, pieno di stereotipie ma abilissimo nei puzzle, nell’appaiamento di figure e nell’infilare oggetti nei fori o perline nei cordini. Tre anni dopo questo trattamento ci viene consigliato di interromperlo perché il bambino non generalizza. Nel frattempo avevamo già incontrato la dott.ssa L. per cominciare un altro metodo e dopo una lunga riunione con tutta la famiglia allargata e mentre mio marito si apprestava a prendere un mutuo di altri 30.000 euro, decidiamo che non potevamo più distruggere la nostra vita per avere una persona che non riusciva a capire ciò che dicevamo ma solo capace di eseguire ordini a catena, in maniera ripetitiva. Dai 6 agli 8 anni nostro figlio è stato seguito c/o la clinica V. D. in Guidonia e lì dopo 2 anni la dott.ssa A. ci dice che nostro figlio ha dei momenti in cui sta meglio ma non si riesce a stabilizzarlo. In questo stesso periodo gli somministriamo anche dei farmaci per tranquillizzarlo e aiutarlo a dormire ma non riuscivamo neanche a farlo sedere nella sala d’attesa perché correva e picchiava gli altri bambini.
Dopo ciò abbiamo finalmente saputo del centro “La Comunicazione” la dott. Campanella ci ha subito detto che era possibile aiutare il nostro bambino ad imparare a parlare. In effetti a distanza di pochi mesi abbiamo cominciato a sentire la voce di nostro figlio pronunciare le prime vocali, le prime sillabe e qualche parolina, comincia a scrivere, si interessa a molte cose e riusciamo a portarlo con noi a fare la spesa, anche al ristorante. Oltre ciò abbiamo quasi dimezzato la dose del Risperdal e il bimbo continua a dormire e a fare una vita più tranquilla, ha frequentato la prima elementare e sta benissimo seduto al suo banco, quando non sta bene ci indica dove ha male, chiama i suoi nonni. La cosa straordinaria è che è congruo ad ogni situazione, non è un robot è una persona e si vede ogni giorno di più con il suo carattere e i suoi gusti, non è strutturato, è aperto alla vita anche con l’alimentazione, prima era selettivo ora mangia tutto, ha meno paure. Finalmente sono scomparsi quasi completamente gli episodi in cui non riuscivamo a frenare risate ininterrotte e pianti inconsolabili che nel passato ci hanno portati a ricoveri c/o il centro di neuropsichiatria infantile del Policlinico Umberto I di Roma. Durante l’ultimo controllo la dottoressa neuropsichiatra A. ci ha chiesto di venire a conoscenza del metodo AU.GE.V. curiosa di sapere cosa avesse funzionato così bene con nostro figlio.
Finalmente non vedo più mio figlio opporsi e piangere perché non vuole andare in terapia, adesso ne è felice ed è molto soddisfatto di ciò che riesce a scrivere o a realizzare in questo spazio al quale noi assistiamo sempre ed infatti chiede i nostri applausi. Mi sono resa conto che tutte le esperienze precedenti hanno nuociuto alla sua autostima e contribuendo a farlo chiudere e demotivare non per effetto della sua patologia, altrimenti non si spiegherebbe il perché nostro figlio adesso è più sicuro ha meno paure e ci possiamo permettere il lusso di rimproverarlo senza che questo comporti nessuna crisi comportamentale, pianti ininterrotti e soprattutto estraneamente totale dalla realtà. Nostro figlio è presente, ha aumentato notevolmente la comprensione del linguaggio, si organizza per giocare con strategie tutte sue, ha imparato ad usare il mouse del computer e sceglie i suoi cartoni preferiti imitandone le scene. Imita anche il nostro comportamento quando glielo chiediamo ed i suoni, ha imparato ad andare in bicicletta senza rotelle, ad andare sui pattini in linea e fa nuoto riuscendo a superare la sua paura di tuffarsi e andare sott’acqua.
Tutto questo è accaduto non appena abbiamo cominciato a fare il metodo AU.GE.V se non credessimo in questo e soprattutto non avessimo visto subito miglioramenti in nostro figlio, non partiremmo ogni settimana da Roma diretti a Bari per la terapia di nostro figlio e tutto questo da un anno ormai. Quest’anno poi il mio bambino ha finalmente tolto il pannolino e si serve adeguatamente del bagno come ogni bimbo della sua età; questo metodo ci ha insegnato a conoscere meglio il nostro bambino e ad aver fiducia nelle sue capacità che non mancano di affiorare continuamente ed in maniera stabile. Sono molto grata dell’amore e la dedizione e non per ultima la competenza, con le quali mio figlio viene trattato dalla dott.ssa Campanella e dalle sue collaboratrici e tra queste in particolare dalla dottoressa Galatola Maria e con le quali posso dire con certezza assoluta mio figlio ha una relazione bellissima e proficua.
Distinti saluti
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