Sono la mamma di un ragazzo di 15 anni, di Bari, trattato da anni seguendo il metodo dell’Autogestione Verbo Vocale di A. Campanella e di F. Salonna. Per portare la mia testimonianza di efficacia del metodo io potrei dilungarmi in una minuziosa descrizione di tantissimi momenti della quotidianità di mio figlio costellati da una serie di attività proposte eseguite con impegno ed energia. Ma non lo farò. Spesso tante parole non servono. Io voglio portare una testimonianza pregnante.
La mia è la testimonianza di una madre che vuole raccontare di un percorso in salita che inizia con un bambino che non parla e a cui, con straordinaria professionalità e cura, viene insegnato a far emettere quelle semplice vocali di cui non percepivo suono. Quei suoni emessi sono diventate parole semplici e poi frasi anche se ancora solo accennate. Quello stesso bambino, che a causa della dispercezione non percepiva correttamente i suoni e non comprendeva il mio linguaggio, ha iniziato a percepire e comprendere quei rumori indistinti che sono diventate parole prima di uso comune poi sempre più numerose.
Quello stesso bambino che non riusciva a stare fermo sulla sedia e tanto meno a scrivere e leggere ha gradualmente aumentato i suoi tempi attentivi ed è capace di scrivere sotto dettatura e di leggere parole e semplici frasi. Ma ciò che mi preme riferire non è solo di quanto sia stato in salita questo percorso verso l’utilizzo del linguaggio per comunicare i propri bisogni ma vedergli acquisire la consapevolezza .Questo oggi è mio figlio. E’ lo stesso bambino a cui era stato diagnosticato il Disturbo Pervasivo dello Sviluppo.
L’unica differenza è che, senza l’uso di alcun farmaco, oggi mio figlio ascolta, comprende, comunica i miei e i suoi bisogni e la sua diagnosi ci sembra un po’ meno grave da sopportare nonostante le gravi difficoltà incontrate e da incontrare.
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